venerdì 29 luglio 2016

Maledetti Bambini

"I bambini sono come il cemento umido, tutto quello che li colpisce lascia un’impronta"
(Haim G. Ginott)

E ammetto che mi piacerebbe molto colpire un bambino in modo da lasciargli la mia impronta, un 35 scarso dritto in faccia. 

Odio, detesto, aborro i bambini, in tutte le loro forme e sfumature. Sono repellenti. Li ho sempre schifati fin da quando io stessa ero una bambina e non capivo cosa cazzo ci fosse di così bello nella gioia dell'essere un bambino, niente era bello per me, ritenevo stupidi i miei compagni di scuola le loro frivolezze le ho sempre considerate una perdita di tempo. Non puoi avere un opinione, tutto quello che dici non è interessante e vale relativamente poco a meno che non accusi un adulto di averti molestato indicando i punti cruciali su un pupazzetto. Crescendo la situazione non migliora, ti fanno credere che tutto sia "il periodo più bello della tua vita" infanzia, adolescenza, maggiore età, giovinezza..
STRONZATE, 
STRONZATE AL QUADRATO, 
STRONZATE AL CUBO. 
Li ho sempre odiati, senza cognizione di causa, non ho mai passato più di dieci minuti con un bambino da odiare e solitamente succede quando sono in luoghi pubblici quali, poste, supermarket, ristoranti, aerei, li detestavo per quel quarto d'ora poi ho sempre avuto, fortunatamente, la possibilità di allontanarmi da loro e riprendere concentrare il mio odio su qualcos'altro. 
Ma da un po' di tempo a questa parte, ho avuto la funesta occasione di conoscerli meglio, queste creature immonde.
Ebbene, la stessa donna che ha osato mettermi al mondo ha deciso di intraprendere nel pieno della senilità e nell'utopia pensionistica, di fare da balia a due esseri repellenti che non sono in nessun modo legati alla mia parentela. Quest'ultimo fatto rende ancora più sgradevole la presenza dei due scarti uterini alla mia tavola. 

Ma partiamo dal principio, dalla gravidanza, da me considerata la prima malattia venerea e anche la più irreversibile. Non ho mai capito le congratulazioni fatte alle donne che ospitano nel loro utero per nove mesi un abusivo, trovo la cosa ridicola e sconfortante, perchè devo congratularmi con te per essere riuscita a farti fecondare come una qualsiasi bestia da allevamento? Quali ricercate capacità servono per restare gravide? Hai forse conseguito un attestato dopo lunghi e faticosi studi per giungere a quel risultato? Quello di tenere un ammasso di cellule elefantiformi che dopo una lunga cottura diventano un essere umano, che potrà essere o no uno stronzo, magari l'ennesimo coglione che parcheggia la sua smart di merda come se fosse un motorino, magari l'ennesimo raccapricciante idiota che cerca di scavalcare la fila alle poste dicendo "devo solo spedire una raccomandata", magari l'ennesimo testa di minchia che un domani feconderà un altro utero impartendo al futuro idiota gli insegnamenti del cazzo ricevuti a sua volta?

Perchè devo congratularmi con te, femmina dalla forma sferica, pensi che ti sia dovuto un plauso per delle capacità che sono insite nella tua natura tanto quanto respirare? E se capiti davanti ad un cassonetto, non è forse naturale trattenere il respiro? E per questa fatica pneumologica vuoi un cazzo di premio forse?  Non stai facendo nulla di utile per la società, potrei dire anzi, che stai contribuendo al declino di essa, senza azzardare ipotesi, uno spazzino è più utile di te nel vivere civile, lo spazzino svuota il cassonetto dove io domani butterò la mia mondezza, evitando l'accumulo e la conseguente apnea statica che si ha ogni volta passi davanti ad un contenitore per i rifiuti puzzolente. 
In questa metafora, lo spazzino è l'evoluzione, tu sei il cassonetto gravido. 
Allora facciamo gli auguri anche a chi beve come un corsaro per 30 anni e si ritrova con la cirrosi epatica all'ultimo stadio: "CONGRATULAZIONI, TANTI, TANTI AUGURI! e dimmi a che punto è corroso il tuo fegato, ooohw che cosa bella, una nuova vita che si forma spontaneamente dentro di te dopo che l'hai cercata per così tanto tempo, a quando la dipartita?" 
Congratuliamoci anche con ogni bestia che fa 7 figliate da 12 cuccioli, e non merita forse un oscar la zanzara che ogni giorno produce 6000 uova feconde che una volta schiuse diventano 6000 nuove vite sulla terra? 
"La magia della creazione"
Magia un cazzo, congratulatevi piuttosto, con chi consegue una laurea con il massimo dei voti per poi impilare patatine fritte in un fast food, fate gli auguri a chi ha fatto qualcosa nella vita per meritarseli, ai chirurghi che salvano le vite, agli spazzini che svuotano i cassonetti, al meccanico che vi aggiusta la macchina, agli avvocati che vi salvano il culo nel momento del bisogno o ai giudici che emettono le giuste condanne, fate le congratulazioni al salumiere che riesce ad affettare la mortadella in maniera talmente sottile da essere marmorea e trasparente. FATEGLIELI I COMPLIMENTI A QUEI CAZZO DI SALUMIERI. 
Ma sopratutto fate le congratulazioni a chi riesce a NON fare i figli, chi ragiona per prevenire quel tipo di malattia globale, chi ci pensa, e prima di farsi igroppare avvolge il cazzo nel cellophane, perchè la vera evoluzione è la prevenzione. 

E dunque, per tornare al discorso di mia madre che fa da baby sitter al frutto dello sperma di qualcun'altro, ci sarebbe da analizzare una quantità infinita di situazioni raccapriccianti, partendo dal fatto che il bambino non ha la concezione che qualsiasi cosa dica è INUTILE E SUPERFLUA, ma ti interromperà ugualmente per dirti quello che per lui non è considerata un ovvietà, "alcuni cani sono marroni" già, proprio così bimbo.. pensare che tua madre ha fatto 16 ore di travaglio e ora quando corre le applaudono le pareti vaginali, e tutto per la gioia di sentirsi dire questa frase, magari nel mezzo della sua udienza per il divorzio. 
Puzzano, ebbene si, i bambini sono inversamente proporzionali all'igiene. Emanano un odore rancido di sudore, flatulenze e altre cose letali al sistema olfattivo, E NON VOGLIONO LAVARSI, sono idrorepellenti, odiano l'acqua e il sapone, preferiscono emanare un odore che ti porterà irreparabilmente ad odiarli pur non conoscendoli e non dite "ah no, mio figlio è molto pulito" MA NON DIRE STRONZATE, tuo figlio è pulito quanto il tuo cane e quindi no, non è pulito, è semplicemente che ti sei abituata a quell'odore disgustoso, come chi lavora alla nettezza urbana e prima o poi si abitua all'odore di fogna misto merda. 
E poi sono stupidi, molto stupidi. 
Copri presa per bambini stupidi che rischiano di morire folgorati, copri angoli per i mobili appuntiti perchè altrimenti i bambini stupidi correndo possono sbatterci e rompersi la scatola cranica, medicinali e farmaci con tappi sempre più blindati per evitare che il bambino stupido decida di immolarsi come Marilyn Monroe, e poi diocane quando ti serve aprirli devi chiamare Hulk Hogan. 
E poi ci sono i trasporta bambini, che sono sempre molto semplici da aprire e richiudere, passeggini, carrozzine, seggiolini, seggioloni, marsupi, girelli, tricicli e per poterli utilizzare devi prendere l'attestato in ingegneria aerospaziale, e non devi mai, mai farti prendere dalla rabbia, perchè se ti dovesse scappare un 'RCAMADONNA, tuo figlio che non ha mai ripetuto un cazzo di quello che cerchi di insegnargli, in quel momento si trasformerà nel più abile favellatore, andando in giro a ripetere "rcamadonna" a tutti quelli che incontrerà. 
I bambini sono inappetenti, o almeno io ricordo così da quando ho memoria, la mamma che prepara la pastina con le verdure e il bambino si rifiuta di mangiare, perchè nella sua idiozia infantile non capisce che se non mangia MUORE, se è più magro del normale verrà affidato ai servizi sociali e tu, madre che passi 7 ore in cucina a frullare il minestrone che tuo figlio non mangerà, sarai additata e condannata come "peggior madre dell'anno". 
I bambini di oggi invece sono obesi fin dalla tenera età della prima pappa, abbiamo sostituito il liofilizzato di vitello con un hamburger del fast food e verso i 6/7 anni, questi esseri raggiungono il peso approssimativo di un capodoglio. 
Poi ci sono i paradossi, quei bambini che sono obesi ma non mangiano niente e tu puoi solo chiederti come cazzo sia possibile che l'adipe abbia attecchito così bene su di loro, se si rifiutano di mangiare anche le cose più buone? 
Ho visto con i miei occhi, un bambino di 7 anni che pesava 55 chili, (ciò significa che io che ne ho 27, per raggiungere il suo peso ho bisogno ancora di una cassa d'acqua e un cane morto) che infilzava il raviolo mangiando solo i bordi di pasta per lasciare il ripieno nel piatto, sostenendo che gli faceva schifo. Per quale oscuro motivo sei un ammasso informe di grasso e pelle in eccesso, se ti fa schifo qualsiasi cosa? ORA SPIEGAMELO.
Sarà forse che quella ritardata che ti ha messo al mondo ti ha nutrito di merendine e altre schifezze piene zeppe di conservanti in modo che quando morirai il tuo corpo resterà conservato sotto formaldeide, una reliquia eterna che non vorranno nemmeno i vermi, praticamente una busta di plastica. 
Poi c'è l'incoerenza genitoriale, che è un deficit che si acquisisce solo dopo il parto, perchè durante la gestazione è un continuo rinnegare; "No, mio figlio farà tanti sport, non diventerà un rincoglionito davanti alla TV, mio figlio sarà un campione, mangerà sano e vivrà all'aria aperta. E io sarò un ottimo genitore, risponderò a tutti i suoi perchè, gli spiegherò quali sono le cose importanti della vita, che odiare il prossimo è un male e non gli dirò mai di no, perchè è una parola sbagliata e negativa" 
Ed è un ragionamento che fanno tutti, TUTTI i futuri genitori, poi inizi a dormire 8 ore in una settimana, i tuoi vestiti puzzano di vomito al latte, vivi nella merda e nelle urla isteriche di quel piccolo mostro, non mangi più, ti limiti a consumare il pasto sul lavandino velocemente, ingurgitando quello che non ha mangiato tuo figlio senza masticare come un pellicano e sarà in quel momento che sbotterai: "DIOCANE MATTEO, GUARDA LA TV, MANGIA QUELLE CAZZO DI PATATINE  E STAI ZITTO" 
E tuo figlio ti farà domande su qualsiasi, DICO QUALSIASI cosa; perchè il cielo è blu? perchè anche il mare è blu? perchè il cane fa bau? perchè piove? E non si accontenterà mai delle risposte, MAI. Ad ogni perchè, seguirà un altro perchè, e all'inizio sarà tutto molto bello e divertente, "la curiosità dei bambini", poi inizierà a chiederti perchè quei due uomini si baciano? perchè quello ha la pelle così nera? perchè quel signore che siede per terra chiede dei soldi? perchè esiste la guerra? E tu che sei un inetto di merda non saprai cosa rispondergli e scaricherai la colpa su chi ha deciso di vivere una vita diversa dalla tua, liquidando la questione di figlio e ponendola come problema globale "come farò a spiegare al mio bambino cosa sono i gay?" 
SONO CAZZI TUOI, TU HAI DECISO DI METTERE AL MONDO QUELLA COSA E ORA SARAI TU A RISPONDERE A TUTTE LE SUE DOMANDE DEL CAZZO. Prendetevi le vostre responsabilità dal momento che avete deciso di inseminare o farvi inseminare, non sono gli altri a dover limitare la propria natura, siete voi a dover insegnare a quell'aborto mancato che la vita è anche ingiustizie, guerre, sangue, dolori, uomini gay che si baciano, che si sposano, negri che ti chiedono un aiuto, cinesi con occhi a mandorla e indiani che portano il velo, ed è tutto NORMALE.
Ciò che non è normale è l'ultima tendenza genitoriale di non far vaccinare i propri figli perchè potrebbero crescere ritardati.. Siete voi a crescere quei bambini, ormai sono condannati ad essere dei ritardati per il resto della loro vita, perchè hanno il 50% del vostro DNA idiota e il restante 50% di quell'idiota che vi ha aiutato in questo esperimento, tuttavia non condanno questa nuova usanza, e con la mia ineccepibile logica vi spiego anche il perchè, due parole: SELEZIONE NATURALE. Tuo figlio non è abbastanza forte da superare il morbillo perchè TU hai scelto di non vaccinarlo? Un bambino di merda in meno sul pianeta terra, che è già pericolosamente sovrappopolato. 

Evitare tutto questo è possibile:




E per logica, se non potete permettere una vita agiata e felice alla vostra prole, sappiate che un pacco di preservativi costa 7 euro, mentre garantire un tenore di vita consono al vostro pargolo, ha costi incalcolabili. Quindi se siete con le pezze al culo non potete cagare 10 bambini e poi chiedere aiuto perchè "non hanno da mangiare" dovevate, pensarci prima. Mettere al mondo dei figli, è la più grande ingiustizia che possiate fare, tutto ciò è dettato dal vostro puro egoismo, vostro figlio non vi ha chiesto di essere messo al mondo, e per tutte le gioie che potrebbe regalarvi vi scaricherà altrettanti dolori, e in più romperà il cazzo FINO ALLA FINE DEI VOSTRI GIORNI. 
Vi sentite soli? Prendete un cane, durano meno. 



-Elle-

martedì 12 luglio 2016

La storia di Tom

"Nessun esperimento è mai completamente fallito: può sempre servire da esempio negativo." 
A. Bloch


Era una brutta giornata, come tutte quelle che accompagnavano la vita di Tom, tutto attorno a lui gli faceva più schifo del solito, nonostante fosse seduto davanti una delle piazze più belle del mondo, o cosi era definita, piazza Malostranskè. 
Questo Tom lo sapeva, ma non gli interessava. Dentro di se sentiva solo spazzatura e tutto il pattume che sembrava possederlo, lo circondava accompagnandolo nella sua vita, da sempre.
Un tempo aveva amato Praga, era la che aveva deciso di stabilirsi quando la sua vita sembrava ancora essere accompagnata da una piccola stella luminosa che lui chiamava Sara, aveva amato quella stella e aveva amato lei.
Ogni volta che Tom si perdeva nei ricordi sprofondava nell'oblio, non che il pensiero della persona amata fosse doloroso, il livello di apatia era talmente alto da averlo consumato dentro, piuttosto per l'orribile sensazione di riuscire ancora a ricordare.
Aveva annullato se stesso pur di non provare più sentimenti e c'era riuscito, distaccandosi completamente da ogni attrazione empatica, sopravvivendo come gli era possibile nutrendosi degli scarti che trovava nei cestini pubblici, aspettando l'assoluto giorno della sua dipartita sulle panchine del parco, pensando alla morte non come un traguardo ma come una vittoria.
Tom non voleva morire ma non voleva neanche vivere, semplicemente non voleva niente. Non gli interessava prendere parte alla vita al punto da togliersela e allo stesso modo, prendere parte alla morte regalandogli un anima in più da accogliere sotto il mantello nero, Tom non aveva chiesto di essere messo al mondo e questa era una delle poche cose che ancora lo faceva incazzare, l'impotenza decisionale sulla sua nascita.
Riconosceva di essere al mondo, inserito in una società di cui non faceva parte, non ricopriva nessuna carica, non svolgeva alcun ruolo, si limitava a vagare per Malá Strana come un ectoplasma e ci riusciva talmente bene che nessuno si accorgeva di lui. 
Dato si che era completamente invisibile agli occhi degli altri, fu facile per lui distaccarsi da ogni piacere o dispiacere, non provava ira, ne freddo, non sentiva il calore del sole sulla pelle tanto meno la fame, era il nulla. Per quanto vivesse in un posto popolato prevalentemente da turisti l'abbondanza di facce nuove non gli interessava, cosi come a suo tempo non gli erano interessati gli abitanti del luogo.
Il fatto di non sentire più niente lo annoiava e la noia stessa era detestabile, il disgusto che lo attanagliava era ormai per se stesso, quasi provava invidia quando si limitava a odiare solo quello che lo circondava, le famiglie felici che immortalavano un ricordo sotto la colonna della peste dove si erige la spettacolare chiesa di san Nicola, gli facevano schifo quelle espressioni del cazzo impresse su una macchina digitale, cosi come a suo tempo gli avevano fatto schifo impresse sulla cellulosa.
Tom un tempo era un poeta, non perché mettesse in rima sonetti con aspettative da pubblico pagante, decantava la morte e le atroci sofferenze, il dramma lo appassionava da sempre ma nessuno vuole sentire di presagi oscuri, falci giustiziere o di ultimi rantoli persi buio, finché anche quello gli aveva fatto schifo, un enorme perdita di tempo, non che potesse giudicare il tempo prezioso, quanto che le sue stesse parole non fossero destinate a quel pubblico e a nessuno in generale.
Solo quella piccola stella luminosa era l'unica che pareva si ritrovasse nelle parole di Tom. L'aveva conosciuta durante una serata al café degli artisti, il piccolo circolo letterario frequentato da lettori della domenica e nostalgici, la sua fortuna era stata incontrarla prima che anche quel posto iniziasse a stomacarlo, passava di là tutti i giorni prendeva un infuso e restava finché non era il turno di Tom, si perdeva nelle sue parole nuotando negli abissi della psiche come un pesce, si immergeva nelle poesie, il dramma vomitato sul palco ricolmo di sofferenza e odio era per lei puro nutrimento.

E  ancora, il solo pensiero era un tormento.
La sua vita, pensare che un tempo aveva amato lei, la poesia e che una delle due altro non fosse che la proiezione della prima, un ombra, la simbiosi.
Quanto si faceva schifo quando ricordava, passava ore intere a farsi schifo e nel frattempo scendeva la notte e il cielo si popolava di stelle, passava altrettante ore a guardarle provando ad odiare anche loro, non ci riusciva mai.
Ma quella notte mentre Tom scrutava il blu, qualcosa nell'ordinato sistema solare si smosse portandosi dietro una luminosa scia morente, cadendo nel vuoto più assoluto fino a sparire per sempre. Per quanto impassibile e addestrato a trattenere i ricordi, Tom precipitò nel baratro, lasciandosi cullare dall'unica cosa dolce che ancora riusciva ad assaporare, ciò che fu di Sara anche se questo l'avrebbe portato ad una terribile disperazione postuma, avendo calcolato che dopo le sue rimembranze nulla sarebbe stato più confortante.
La sua pelle profumava di mare e questo lo faceva viaggiare senza muoversi dal tavolo, avrebbe riconosciuto quel profumo tra mille al mondo, il suono gutturale che faceva spontaneamente quando beveva il thé a grandi sorsi mentre si lasciava trasportare dalle poesie. 
Tom non ripercorse i ricordi in maniera ordinata era un uragano di sentimenti senza senso logico, persi nello spaziotempo, era sangue e subito dopo sesso, come se fossero stati nella più bella spiaggia mai visitata senza lasciare Praga, era il brivido fresco sulla schiena che ti fa intirizzire la pelle e allo stesso tempo il fiato caldo sul collo. Lei era tutto e questo faceva di lui il compagno del tutto, a portata di mano c'era la bellezza che aveva sempre cercato e se pure cosi distante e impalpabile, riusciva a sentirla come l'umidità che preannuncia la pioggia.
Scorreva nelle sue vene l'ultima immagine di Sara, distesa inerme e priva di vita, uccisa da quel male che portava il suo stesso nome. Perché aveva deciso di togliersi la vita? Questo Tom non lo capiva, per quanto i suoi tentativi di salvarla fossero stati tempestivi non era riuscito a fermare il fiume di sangue che sgorgava dai polsi e l'aveva vista spegnersi come quella stella lontana immersa nel cielo più profondo.
Come avrebbe potuto sopportare tutto questo? Era la domanda più logica eppure fino a quel momento non se l'era mai posta. 
Sarebbe mai riuscito a cancellare l'immagine indelebile degli occhi della sua amata, che da vitrei si trasformavano in fioche luci opache, mentre con tutta la forza che aveva in corpo, premeva i polsi candidi per evitare che il sangue fuori uscisse a fiotti di lunga gettata. 
Aveva fallito miseramente, il suo desiderio di rimediare alla morte in quel momento fu il più forte sentimento mai provato e si sarebbe strappato via il cuore dal petto pur di farla vivere ma non era servito a nulla. Lei era andata via per sempre, traghettata da Caronte nelle tenebre per non fare più ritorno alla luce.

Ora che si era svegliato da quel sogno terribilmente meraviglioso, sapeva che nient'altro nella sua inutile esistenza sarebbe stato confortante e improvvisamente provò una sensazione che credeva di aver dimenticato, la sofferenza, il dramma cosmico che un tempo lo accompagnava nei suoi spettacoli, la fame quella che non provava da anni, la sete che gli asciugò la gola facendogli seccare le labbra con frastagliate screpolature.
Tom non decise cosa era meglio per lui, non si interrogò nemmeno su quanto stava già mettendo in atto, si limitò ad estrarre la lama e recidere il ventre, sperando di onorare come un samurai l'ultima immagine di se per fa fronte alla vergogna che lo divorava dentro.
Era il tredicesimo giorno del settimo mese quando si squarciò le membra addominali con un unico colpo di daga, trasportato da tutti quegli orribili sentimenti repressi nel corso degli anni, lo stomaco devastato dal colpo rigurgitò le viscere sul pavimento marmoreo, come una pentolaccia presa a bastonate che lascia cadere le delizie al suolo, ma quelle non erano delizie erano solo le budella di Tom, ora che aveva onorato se stesso e il ricordo di Sara, l'unica altra cosa che spontaneamente fece, fu raccogliere i suoi resti, portandoli alla bocca per nutrirsi della cordula purpurea che un tempo faceva parte di lui.
"Fa un po' male" 
Non riuscì a dire altro mentre piegato sulle ginocchia si accasciava lentamente, quanto mai sorpreso nell'appurare che riusciva ancora a provare una sensazione fisica. 
Fagocitava le sue stesse interiora come un cane affamato, ingoiava la carne dilaniandone i nervi con i denti, affondò le dita più e più volte nella cruda matrice che potava dentro la pancia, non volendo disperderne neanche un pezzetto si affogò nel suo stesso sangue, svenendo nel caldo liquido che lo aveva tenuto vigile sul mondo. 
Quel mondo che tanto odiava ma al contempo gli aveva regalato Sara, quel mondo che disprezzava ma lo aveva accolto tra le sue braccia, la notte come rifugio da tutto il suo malessere, le stelle su Praga non erano mai state così luminose era tutto poesia intorno a lui, quell'amore perso anni fà, prima di cedere al nichilismo che era stata la soluzione più semplice per evitare le delusioni dell'esistenza umana. 
Fu solo in quel momento, poco prima di lasciare la mano della vita materna, che finalmente Tom si sentì felice e in pace. 

Avvolto dalle tenebre nel cupo mantello del lutto, la morte lo prese tra le sue braccia stringendolo come premurosa balia stringe un innocente, baciato per l'ultima volta dall'unica Dea che avesse mai rispettato e temuto, dolce mietitrice di anime, così severa eppure così giusta. 


Elena 13/07/2016